COSMOGRAFIE
Nostalgia di Thélema
Le Cosmografie di Gianni Atzeni fino al 31 dicembre a Cagliari, nella “G28 Gallery”, presentate in catalogo da Antonello Zanda. L’artista sperimenta, come sua consolidata abitudine, alcune delle affascinanti tecniche della calcografia, una mai sopita passione che gli fa raccontare il suo armeggiare con lastre e inchiostri, come fossero storie appassionanti.
Nella mostra in corso nella galleria di Palazzo Marini (via Ada Negri), Atzeni propone opere di differenti misure e procedimenti. Alti e secchi, i Guardiani, sorta di severi custodi assemblati su tre fogli di carta collegati da piccoli ganci. In ferro, acciaio e zinco le matrici, scelte per differenziare arti smembrati e astratti, che soltanto sulla sommità acquistano le fattezze riconoscibili di un viso.
Studia il rapporto fra tempo e materia Gianni Atzeni, come dimostra nella serie dei piccoli lavori che, partendo dall’indefinitezza del segno, arrivano in quattro passaggi a comporre un paesaggio di tipo classico. Interessante, anche per il riferimento storico, l’utilizzo delle pagine della rivista Thélema come materia pittorica: il recupero dei fogli scampati alla distruzione di un periodico culturale dalla breve e tumultuosa vita.
Bellissima e intensa pubblicazione, Thèlema (teatro, letteratura, musica, arte) accoglieva saggi, poesie, disegni, collages, opinioni ed invettive. Voci e parole che oggi, pur martoriate dalle morsure di Gianni Atzeni, sembrano prendersi una beffarda rivincita riapparendo, impallidite e un poco cancellate, nelle sue incisioni. In una recente installazione, l’artista aveva chiuso le pagine di Thèlema in bottigliette piene d’acqua, veri messaggi da naufrago bene ordinati in ampolle da alchimista.
Gianni Atzeni costruisce personalmente i supporti delle sue opere, le piccole teche scure, le lisce cornici, i listelli di legno su cui issa lavori minuziosi, uguali all’apparenza e in realtà unici, caratterizzati da maggiore o minore levità, da un punto di colore, da un gesto più deciso, dall’affondo del bulino.
Recensione di Alessandra MENESINI
domenica 20 gennaio 2008
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